Gordon Matta-Clark

New York, 1973.
Soho, un certo Gordon Matta-Clark, architetto di formazione, decostruttore nell’anima, insieme a giovani amici artisti fonda l’Anarchitecture Group. Anarchitecture; un’anarchia dell’architettura, libera da ogni schema.
Gli anarchitetti andavano alla ricerca di strutture fatiscenti e destinate alla demolizione, facevano tutto ciò di quanto è anticonvenzionale e inusuale.
L’anarchitecture era una critica, una riflessione, una denuncia alla speculazione edilizia che caratterizzava New York in quegli anni, perchè gli edifici newyorkesi, in quegli anni, venivano continuamente innalzati a causa della stratificazione, e poi venivano abbandonati, demoliti o sostituiti per dare spazio a nuove operazioni immobiliari.
Gordon Matta-Clark era un artista poliedrico, un architetto, un fotografo, un performer, e a tratti anche un ecologista. Iniziatore dei cosiddetti “building cuts”, divideva in due intere casa, crevaa enormi fori nei pavimenti, stravolgendo l’elemento edificato e creando il vuoto dove prima non c’era.
“Parlavamo dello spazio, di come lo spazio e i luoghi sottomettessero la nostra vita emozionale. Sentivamo gli architetti parlare dello spazio e dei luoghi ma poi, nel loro lavoro non trovavamo mai espressi questi concetti; trovavamo bellissimi dettagli, facciate sensuali… ma non vedevamo mai alcuna forte dichiarazione di tipo spaziale. Questo era il nostro interesse: il fallimento dell’architettura, non la promessa dell’architettura. Comunque la nostra non era intesa come una critica verso l’architettura, era più sull’assenza di critica verso questi concetti nella nostra cultura” (Richard Nonas, componente dell’Anarchitecture Group).
Testo di Camilla Gorini

 

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